4 elementi per un cocktail bar di successo secondo Dom Carella
Padroneggiare ricette e prodotti è fondamentale, ma l’esperienza in un cocktail bar coinvolge molti più fattori. Il proprietario di [Cà-ri-co] a Milano racconta la sua visione.
Miscelazione e merceologia sono indubbiamente elementi su cui un bartender dovrebbe basare la propria carriera. Ma una volta giunto il momento di aprire il vostro bar, o gestirne uno in prima persona, è bene riflettere su tutti i dettagli che compongono l’esperienza di un ospite. Un cocktail, in fondo, è solo uno dei perni su cui un cocktail bar deve basarsi, in tutto il suo insieme. Dom Carella, food&beverage consultant, titolare di [Cà-ri-co] a Milano, rivela i quattro elementi portanti della sua filosofia e del suo successo.
ENOGASTRONOMIA COERENTE
Oltre alla proposta di miscelazione, un cocktail bar eccellente non può ormai prescindere da una curata carta dedicata al cibo. A legare piatti e drink dev’essere una sola parola chiave: coerenza. “Tutto ciò che un bar propone deve conformarsi a quelli che sono il pubblico e il concept del locale”, descrive Carella, per cui ogni aspetto di un bar deve rispecchiarne l’identità. Qualsiasi ricetta sia a disposizione degli ospiti contiene un messaggio che racconta dell’idea e degli obiettivi di un locale.
VALUE FOR MONEY
Il cosiddetto valore percepito dall’ospite deve essere fedele al prezzo proposto per l’esperienza. “Gli ospiti non devono mai sentirsi raggirati, per cui un locale che si dichiari come di alto profilo e che quindi richiede una certa spesa da parte dei consumatori, non può poi rivelarsi casual”. Essere pretenziosi è quindi uno dei peccati capitali per un bar, ma vale ovviamente anche il contrario: a fronte di un aspetto e un’identità più alla mano, dovrebbero corrispondere prezzi altrettanto contenuti.
L’ATMOSFERA
“Il vissuto, quindi tutto quello che fa da contorno ai piatti e ai cocktail, sono in realtà la parte più rilevante del lavoro nell’ospitalità”. Carella punta i riflettori sui più minimi dettagli: dalla comodità delle sedute a quella della distanza tra tavoli, fino alla musica e alle luci: una buona idea è modulare la musica a seconda delle fasce orarie, con ritmi più coinvolgenti in aperitivo e dopocena, e melodie più armoniche durante il pasto. Le luci lavorano in modo simile: ogni colore o riflesso ha un impatto diverso sullo stato d’animo degli ospiti.
L’ESPERIENZA
L’esperienza di un ospite comincia ben prima del suo arrivo in un locale, secondo Carella. “Il nostro lavoro inizia nel momento in cui un ospite sceglie di venire a trovarci, quindi dalla cura che mettiamo nelle nostre comunicazioni sui social media, dalla raccolta delle prenotazioni: da lì si passa poi all’accoglienza vera e propria, che va dal benvenuto fino all’arrivederci”. A detta di Carella, i primi momenti dell’esperienza, e gli ultimi dieci prima di andare via sono quelli fondamentali, in quanto non ci sono seconde occasioni per fare una buona impressione: tutti i fattori sono ovviamente importantissimi, ma la cura di questi momenti unici è il vero segreto.